Colpire dentro

Dal punto di vista di impatto fisico, il Macbettu è stata un’opera che mia ha colpita in modo forte. Anche a distanza di qualche settimana, mi restano sicuramente addosso i colori scuri e bui che caratterizzavano la scena: il nero predominava, lasciando permanere in me un senso di mistero e offuscamento.
Quello che però ha reso unica l’opera, secondo il mio punto di vista, è stato l’uso dei suoni. Gli attori utilizzavano i vari strumenti che avevano a disposizione per crearli (come ad esempio le pietre o le lunghe tavole di metallo) e il più delle volte immobilizzavano la platea. Erano rumori sordi e fortissimi che riuscivano a colpire dentro di me, obbligandomi a non distogliere per un secondo lo sguardo dalla scena.
Una delle scene più forti è stata quella in cui gli attori hanno fatto cadere le tavole che stavano in verticale per terra, creando anche in quel caso un forte boato, seguito da un silenzio quasi angosciante.
Rachele Dalla Pozza