Meraviglia

Meraviglia. Questo è ciò che mi è rimasto impresso di Le avventure di Numero Primo di Paolini. È quasi paradossale la profondità dello sguardo di Numero Primo, è come se la tecnologia accompagnasse l’uomo e lo incitasse a meravigliarsi di ciò che lo circonda. È una profonda riflessione e critica alla società, che spesso incolpa la tecnologia per la superficialità delle proprie azioni, ma non è forse essa stessa a guardarla con occhio sbagliato e a non saper cogliere i suoi frutti? Paolini è riuscito a creare un legame empatico con il pubblico, e in particolar modo mi fermavo a riflettere assieme a lui mentre Numero Primo cresceva e si stupiva di ciò che avveniva attorno a lui. Questo forte legame è stato forse avvenuto anche grazie alla naturalità dei gesti che egli esprimeva. Espressioni di dolcezza, di stupore, gesto d’affetto.. La dimensione umana nonostante tutto era sempre presente, anche in Numero Primo. Era di una naturalezza tale che si percepiva ben poco il fatto che Paolini fosse “solo” un narratore. Paolini era il narratore e il personaggio, il cuore della storia, il mezzo del messaggio emotivo, verbale o non verbale.
Per me la rappresentazione è stata un punto diverso di vista della nostra società tecnologica, ma anche la riscoperta di una speranza e di una forza motrice che risiede in ognuno di noi: la forza dell’amore, la meraviglia.

Cristina Alina Vaduva