Padre e figlio

La tecnologia è figlia dell’uomo e in quanto tale ne rappresenta un’estensione.
Ma qual è il rapporto che ognuno di noi ha con essa? Dove ci porterà il progresso tecnologico? Come sono collegate intelligenza biologica e quella artificiale?
Queste sono solo alcune delle domande che hanno portato alla realizzazione del libro, e poi ella rappresentazione teatrale, de Le avventure di Numero Primo, scritto e interpretato da Marco Paolini.
Quella raccontata è la storia di un bambino, Numero Primo, né umano né completamente robotico che spesso però è capace di mostrare maggior sensibilità rispetto a suo padre, Ettore, uomo davvero, che si rende conto dell’amore provato per il bimbo solo quando lo perde.
Le avventure di Numero Primo sono un racconto di un profondo e sincero rapporto padre-figlio che lo stesso Paolini vive da qualche anno ed è stato forse per questo suo intimo legame con  tema che, con grande maestria, è riuscito a intrattenere il pubblico per due ore, non stancandolo mai sebbene fosse l’unica figura presente nel palco, realizzando così un piccolo miracolo teatrale.
Una storia ben riuscita perché, anche se troppo ricca di dettagli, basata su esperienze, dubbi e speranze di un uomo, ma più in particolare di un padre, che tenta di non giudicare il mondo in cui il figlio è stato accolto e dove crescerà, quanto piuttosto di accettarlo e di abbracciarlo il più possibile.
Matilde Cazzola