Potere immateriale

Ripensando allo spettacolo Macbettu, i suoi suoni, potenti e coinvolgenti, sono il primo fattore che mi torna alla memoria; la musica prodotta dalle pietre di Pinuccio Sciola, affascinante come poche melodie, gli antichi strumenti e la lingua sarda degli attori mi hanno catapultata in un altro mondo; ricordo uno stato di agitazione che i suoni più potenti mi hanno fatto provare, una sensazione, che mai avevo sentito così chiaramente, di essere attraversata e violata dai fortissimi rimbombi delle percussioni prodotte battendo delle lamiere presenti sul palco.
Oltre ai suoni, anche i colori mi hanno colpita, in particolare l’uso del grigio e del nero, sempre presenti nella scena e che accentuavano il senso di angoscia provato in alcune scene.
È indubitabile che questa produzione di Alessandro Serra abbia un fortissimo impatto emotivo, direi una specie di potere immateriale che consiste nel trasmettere sensazioni al pubblico senza però chiedere il permesso.
È una visione che coinvolge più sensi, uno spettacolo che se ascoltato ad occhi chiusi riesce comunque a sorprenderti tramite la sua musicalità, un Macbeth molto interessante da riscoprire nella sua rivisitazione sarda, che trasporta chi vi assiste in luoghi e tempi lontani da quelli a cui siamo abituati.
Quando abbiamo incontrato Alessandro Serra mi è rimasto impresso ciò che ci ha detto, ovvero che per lui l’aspetto più prezioso del teatro è quello di riuscire ad incantare e ad ipnotizzare l’uomo, che ha bisogno di sentirsi in questo modo. Posso parlare solo di esperienza personale, però nel mio caso il suo intento è riuscito, perché la moltitudine di aspetti affascinati di questo spettacolo, che vanno oltre al testo di Shakespeare scelto, lo ha reso speciale e indimenticabile.

Giulia Chiumento