Riusciresti a guardare negli occhi un uomo che muore?

Riusciresti a guardare negli occhi un uomo che muore? E un uomo che uccide? Lo guarderesti dritto negli occhi, un assassino? Chissà com’è, la faccia da assassino. Avrà le guance scavate come quelle di uno spettro? Gli occhi infuocati, forse, rossi come il sangue che ha versato? O i denti aguzzi, da vampiro? Deve per forza avere qualcosa di diverso da un uomo normale, qualcosa di mostruoso e demoniaco. Non possiamo noi, persone perbene, essere potenzialmente scambiabili con un assassino. Giusto?

Macbeth, però, è un uomo apparentemente come gli altri. Apparentemente, per carità, lui è un mostro, si sa. Però, pensate un po’, addirittura parla come un uomo qualsiasi, cammina come un uomo qualsiasi, ha una moglie e degli amici…come un uomo qualsiasi. Mai avuto precedenti, nessuna inclinazione alla violenza, nessun trauma da bambino. Solo qualche incubo ogni tanto, ma come tutti d’altronde, saranno le storie che gli raccontavano da piccolo a fargli sognare le streghe. Come può, un uomo qualsiasi, insospettabile, dalla morale ineccepibile, diventare d’improvviso una creatura assetata di sangue e priva di rimorsi? Se è successo a lui, chi mi assicura che non potrebbe accadere anche a me?

Incrocio per errore il suo sguardo vacuo, mi attraversa come se fossi trasparente. Mi urla nelle orecchie, vorrei tapparmele, vorrei che smettesse, ti prego smettila di strofinarti le mani come un’ossessa, ti prego! So quando sta per parlare perché prende un respiro profondo, tremano i polsi, fremono le labbra di paure che non si possono dire. Canti, sussurri, grida, silenzio. Silenzio di tomba. Mi manca una voce, qualcuno che con il suo dramma mi assordi, non mi faccia sentire i pensieri; è finito lo spettacolo?

Riusciresti a guardare negli occhi un uomo che muore? E un uomo che uccide? Lo guarderesti dritto negli occhi, un assassino?

Sono uguali, sai, gli occhi dell’assassino e quelli dell’assassinato; sono entrambi preda e predatore insieme, sono entrambi soli e spaventati. Così miseramente umani, così intimamente simili ad ognuno di noi. Tutti siamo un po’ Macbeth, un po’ Banqo, un po’ la Lady dalle mani sporche di sangue. Tutti abbiamo i nostri incubi, che ci fanno gridare la notte come se fossimo pazzi. Tutti abbiamo una voragine dentro, alla quale abbiamo paura di affacciarci perché tutti abbiamo anche paura del buio. Tutti siamo vittima e carnefice, ossimori in carne ed ossa, terrorizzati dalle tenebre, ma, per favore, non accendere la luce.

Rachele Sandonà