Timidezza

Vedendo lo spettacolo di Filippo Timi ho capito quanto sia difficile per un giovane avere un impedimento che non permetta di vivere a pieno quelli che dovrebbero essere i migliori anni della propria vita.
Un cancello sbarrato che penso di aver incontrato durante il mio breve periodo di vita è stato il fatto di possedere un insistente timidezza che non mi permetteva di trovare nuove persone con cui fare amicizia o magari di non dare il meglio di me in pubblico.
Penso che la seguente poesia di Paulo Neruda “timidezza” rappresenti a pieno quel triste periodo della mia vita.

Appena seppi, solamente, che esistevo
e che avrei potuto essere, continuare,
ebbi paura di ciò, della vita,
desiderai che non mi vedessero,
che non si conoscesse la mia esistenza.
Divenni magro, pallido, assente,
non volli parlare perché non potessero
riconoscere la mia voce, non volli vedere
perché non mi vedessero,
camminando, mi strinsi contro il muro
come un’ombra che scivoli via.
Mi sarei vestito
di tegole rosse, di fumo,
per restare lì, ma invisibile,
essere presente in tutto, ma lungi,
conservare la mia identità oscura,
legata al ritmo della primavera.

Filippo Renato Vacca