Le esperienze a teatro fatte da mia mamma possono essere rappresentate dalla parola “stupore”

Stupore per come le emozioni provate dai personaggi possono essere rappresentate sul palco in maniera totalmente diversa ogni volta: con un monologo, con il silenzio, con urla, con rumori, ecc..

Stupore perché quando si va a teatro, anche per vedere uno spettacolo mediocre o poco serio, il messaggio che sta dietro la storia e alla messinscena arriva.

Davide Lorenzi 

È nel rosso dei sipari
che le mie certezze si perdono,
ferite da folli dardi avvelenati da esaltate visioni;
è nella voce degli attori
che io sfogo passioni proibite,
vortice di invidiosa ammirazione;
è del pubblico, degli spettatori assorti
che il mio sguardo si fa beffe, —> (doveva esserci lei sul palco)
di vite che si incontrano, si fondono
in alchimie contorte per poi separarsi
senza perdersi mai;
è al teatro, alle sue storie, ai suoi protagonisti
che io sento di appartenere
dimensioni irreali per anime vere.

Francesca Morelli

Ho chiesto ad un’amica di famiglia cosa ne pensasse del teatro e mi ha risposto che per lei il teatro è emozione, un luogo dove gli attori trasmettono sentimenti al pubblico.

Matilde De Rizzo

Io ho chiesto a mia sorella e sono emerse le due parole chiave: “tradizione” e “cultura”.
La prima perché lo spettacolo che era andata a vedere era in dialetto veneto, mentre la seconda perché ha percepito nell’ambiente teatrale un luogo di estrema cultura.

Tommaso Sterle

 

È un’esperienza culturale che costringe all’essere esperita in collettività in maniera unica ed irripetibile. Mi piace tutta la preparazione personale, anche solo dell’andare a teatro come spettatore, dalla scelta della visione alla scelta della preparazione stilistica propria. Un’esperienza che parte da casa. Scegli di impegnarti nell’attenzione di una rappresentazione che necessariamente ti interessa. Mi piace arrivare lì e sapere di essere insieme ad altre persone che, per una ragione o per un’ altra, hanno fatto la mia stessa scelta. Mi piace il brusio in sala e il silenzio appena si apre il sipario. Mi piace il fatto di sapere che quella recita è un opera unica, anche se il testo è lo stesso, e che si fonda non solo nella preparazione dell’attore, ma anche della tensione che si crea tra attore e spettatore in quel momento.  Mi piace l’opportunità di vedere l’attore in carne ed ossa nella mia stessa stanza, davanti a me. Il fatto che il tuo posto in sala condizioni anche la visione della rappresentazione, alcune cose possono esserti nascoste, alcune cose le puoi vedere meglio. Mi è piace avere l’opportunità di parlare, a fine dello spettacolo, con gli attori, cosa che non puoi fare al cinema. Mi piace che il teatro susciti così tante sensazioni, opinioni e critiche da poterlo tenere in vita per sempre.

Amelia Maccà

Ci è stato chiesto di scegliere un familiare, un conoscente o un amico che ha vissuto un’esperienza a teatro e farci spiegare come questa è stata vissuta. lo ho deciso di chiedere a mia mamma per questa
“testimonianza”, specificando che lei avrebbe dovuto integrare nel suo racconto anche emozioni e
sensazioni.

«La visita a teatro che mi è rimasta più impressa è stata sicuramente alla Fenice di Venezia:  siamo andati a vedere la Traviata di Verdi e ciò che mi ha colpito sono state soprattutto le musiche che accompagnavano lo spettacolo, i costumi degli attori e l’aura di perfezione che li circondava una volta saliti sul palcoscenico. Entrando in un teatro si ha una sensazione di raccoglimento e di intimità che non si può trovare altrove, ci si sente parte di un unico organo e, anche se non si è proprio a stretto contatto con gli attori, si avverte lo scambio che essi hanno con il pubblico. Ritengo sia di grande importanza arrivare senza preconcetti e pregiudizi, in quanto tutto ciò che ti arriva è un dono e come tale va goduto».

Mara Grolla 

Ho parlato con mia cugina, più piccola di me che mi ha riportato il fatto di essere stata colpita dall’interpretazione dell’autore che può modificare il senso della storia / renderla più comprensibile oppure sconvolgerla / farmi cambiare opinione sulla storia stessa.

Beatrice Penzo

“Un arcobaleno”, ecco come ha descritto il teatro mia mamma. Un insieme di movimenti, suoni, colori, luci che complessivamente creano un momento magico. È per questo che ama il teatro.

Per mia mamma il teatro è una serata di svago ma anche di impegno. Un momento di svago perché per lei quando ci si trova all’interno del teatro si presta attenzione (o si dovrebbe prestare attenzione) solo allo spettacolo che viene messo in atto, per conoscere un mondo diverso dal proprio, per distanziarsi dai problemi della realtà e prendere fiato per un momento. Un momento di impegno perché il teatro comporta comunque una dovuta attenzione per ciò che viene presentato, si tiene occupata la mente anche se al tempo stesso la si libera; uno spettacolo, per essere capito, deve essere visto dall’inizio alla fine, non è come un libro dove, per riprendere una parte persa, basta sfogliare indietro le pagine.

Inoltre mia mamma considera il teatro anche come un arricchimento per lo spirito e per le persone, ogni volta che si entra a teatro per vedere uno spettacolo si apprende, si impara una storia nuova, un nuovo modo di raccontarla e di esprimerla. Il teatro è un modo per conoscere l’arte; attraverso la sua musicalità, la creazione di scenografie fantastiche, la recitazione, la rappresentazione, le movenze e gli atteggiamenti degli attori, i colori in scena, gli stessi volti degli attori (felici, tristi, arrabbiati, indifferenti…) trasmettono qualcosa allo spettatore seduto in sala.

Il teatro secondo mia mamma è arcobaleno, è colore, è arricchimento, un piccolo tassello che accresce l’anima, è arte…

Gaia Caruso

Quando ho chiesto ai miei genitori cosa pensassero del teatro inizialmente sono rimasti un po’ spiazzati, non ci vanno spesso però entrambi riconoscono la sua importanza e il suo valore. Essendo una rappresentazione viva, sotto tutti i punti di vista, per loro è una cosa un po’ magica. Gli attori interpretando tutto dal vivo riescono ad essere coinvolgenti e ad esprimere al massimo le emozioni trasmettendole anche al pubblico. Secondo mia mamma il teatro apre l’immaginazione e ti permette di sognare ad occhi aperti, soprattutto quando sul palco c’è un solo attore e pochi altri elementi: il meno possibile per aprire al massimo la mente. Anche mio papà è dello stesso parere, non ama le cose e le persone “troppo teatrali”, gli piacciono le rappresentazioni semplici ma che arrivano dritte al cuore. Perciò, sebbene non siano assidui frequentatori del teatro, ne sono comunque profondamente affascinati concordando sulla sua difficoltà e la sua magia.

Gemma Grasselli