Al giorno d’oggi, portare un bambino a teatro è molto più difficile di un tempo. Probabilmente, credendo che teatro e televisione coincidano e che tra i due non vi sia alcuna differenza, preferirà di gran lunga stare a casa sul divano e vedere i cartoni che gli piacciono, piuttosto che andare a vedere qualcosa che non può scegliere e che, in caso non sia di suo gradimento, sarà costretto a vedere fino alla fine poiché sarebbe impossibile cambiare canale. Per questo motivo, il teatro per ragazzi è sempre meno preso in considerazione, soprattutto in Italia.
In un pubblico composto da soli adulti, la platea sarà silenziosa e diligentemente attenta, alla fine applaudirà gentilmente che la rappresentazione sia piaciuta o meno, perché questi comportamenti rientrano nel codice di comportamento cordiale della società. Uno spettacolo per ragazzi, però, avrà come pubblico i diretti interessati oltre che i loro genitori. Un bambino, tuttavia, non sa ancora bene quali sono quelle norme che regolano la società e non si ferma nemmeno a riflettere sulle conseguenze di quello che dice. Tutto ciò lo rende il critico più spietato di tutti, senza peli sulla lingua e tremendamente sincero. Se lo spettacolo non riuscirà a cogliere la sua attenzione, egli inizierà ad annoiarsi, a parlare, a lamentarsi con i propri genitori. Questo è reso ancor più arduo sempre dall’avvento della tecnologia, che fornisce molti impulsi al bambino, dai giochi sul telefono ai video su internet facilmente reperibili, che hanno portato il bambino ad annoiarsi facilmente, oltre che a fornirgli una fantasia già preconfezionata. Risulta, dunque, difficile stimolare la sua immaginazione e portarlo fuori da quello che ha già dentro la sua testa. Ecco perché, un attore di una simile rappresentazione, se riesce ad ottenere la sua attenzione, dimostra la sua genialità di essersi immedesimato totalmente in un bambino da riuscirne a comprenderne la psicologia. Per riuscirci può riproporre una storia che i bambini già conoscono, come “Il Gatto con gli Stivali”, oppure tenere alta la partecipazione rompendo la cosiddetta “quarta parete” e chiedendo aiuto al pubblico per una determinata impresa, oppure fare delle scene proprio in mezzo ai bambini; oppure si può servire di oggetti di scena, preferibilmente colorati, così da incuriosire il bambino, quali i palloncini, molto amati, o i fili, o un telo di stoffa o di plastica che lo si fa volare grazie a un ventilatore. Nonostante questi siano già conosciuti dal bambino, e nonostante egli dentro si senta già un adulto e quindi comincerà a dire di non credere alla magia in scena, ma allo stesso tempo ne rimarrà incuriosito, affascinato, incantato. Tenterà di capire come funzionano, da dove arrivano, nel caso in cui questi vengano calati dal soffitto.
È curioso, inoltre, come sia più facile affrontare nel teatro per ragazzi dei tabù, mentre invece risulterebbe più complicato con gli adulti. Questi argomenti vengono semplificati, affrontati con un lessico adeguato e spesso il protagonista è un bambino, cosicché per il giovane pubblico sia più semplice immedesimarsi in esso. Un esempio ne è il “Racconto alla Rovescia” di Claudio Milani, dove trattava dell’incontro tra un bambino molto curioso di nome Arturo e la Morte che gli fa visita in occasione del suo compleanno portandogli 7 doni. Alla comparsa del secondo personaggio gli adulti si sono gelati sul posto, mentre i bambini ne sembravano entusiasti, poiché è un qualcosa di talmente distante dai loro pensieri che non avevano ancora ben chiaro cosa comportasse in realtà. Questa rappresentazione non trattava solo di quello, ma di molti altri temi maturi su cui far riflettere i bambini, quali il bullismo, il passare del tempo, l’accettazione di ricevere un “no”, la meraviglia per la semplicità delle cose e molti altri. Ciò dimostra quanto sia importante parlare di argomenti così delicati ai propri figli fin da quando sono piccoli, per non farli crescere con un idea sbagliata della vita e in questo, il teatro può essere di grande aiuto ai genitori in difficoltà, ma anche come riflettere su temi tristi come la morte e il bullismo non solo con sofferenza e paura, ma anche con una certa ingenuità fanciullesca.

Chiara Canale 

Non è facile giudicare una rappresentazione teatrale se non si hanno le competenze giuste, poiché c’è il rischio di esprimere opinioni affrettate e dettate dall’inconsapevolezza del lavoro che precede la messa in scena. I bambini tuttavia non si fanno particolari problemi nel smontare uno spettacolo o innalzarlo a capolavoro nel giro di pochi minuti, a seconda delle emozioni istantanee che esso provoca in loro. Per questo motivo un pubblico di piccoli è il più difficile da accontentare. Non ha scrupoli a lasciare il suo posto annoiato o ad alzare la voce per esprimere il proprio dissenso, e non perdona gli errori di regia che non gli permettono di godere a pieno ciò che stanno vedendo. Gli attori sono di conseguenza costretti a mettersi alla prova e a tentare di immedesimarsi nella loro mente. Vedere il mondo con gli occhi di un bambino rende ogni cosa più luminosa e speciale, talmente tanto che una qualsiasi delusione può portare ad una ferita insanabile.

Ci si deve quindi adoperare per rendere lo spettacolo più dinamico e accattivante. Una tecnica spesso utilizzata è l’uso dei colori, che catturano lo sguardo spaesato di un bambino chiuso in una sala buia in attesa di venire ammaliato da qualcosa di inaspettato. Anche la scelta degli oggetti è importante, poiché, se essi risultassero eccessivamente elaborati o dal significato troppo astratto, il bambino tenterebbe solo all’inizio di capire, ma se non ci riuscisse la frustrazione e la rabbia prevaricherebbero e porterebbero alla distrazione, oltre che a delle proteste non troppo velate da parte del giovane pubblico. Una delle caratteristiche principali del teatro ragazzi è l’importanza della parola. I bambini, nel momento in cui si recano a teatro, cercano una storia, un racconto con un protagonista possibilmente della loro età in cui si possano immedesimare, grazie alle cui domande riescano a dare un senso ai propri dubbi. Le tematiche non devono essere eccessivamente astratte e se si vogliono trattare tematiche delicate o complicate come la morte è bene utilizzare un linguaggio infantile e servirsi di paragoni con immagini fisiche facilmente riconoscibili da un bambino, in modo che esso possa ricordare più facilmente imprimendo nella propria mente un pensiero concreto.
Non bisogna tuttavia sottovalutare i bambini.
Essi potrebbero sembrare ingenui nella loro purezza, ma ciò non significa che siano incapaci di intendere e di volere. Sono coloro da cui un regista o un attore potrebbero imparare di più, se si soffermasse ad ascoltarli. Per quanto questi non abbiano le competenze per giudicare un testo classico o shakespeariano, possono giudicare delle opere riguardanti il loro mondo ed esprimere le proprie emozioni di fronte alla sorpresa e alla meraviglia, riportando gli adulti indietro nel tempo, a quando anch’essi erano in grado di sorprendersi per dei semplici palloncini colorati o delle lucciole in una sera d’estate. Fondamentale nel teatro ragazzi è la risata. I bambini si divertono con poco, ma paradossalmente nel loro inconscio la linea tra noia e stupore è molto sottile.

La banalità non fa ridere, soprattutto non bambini abituati a convivere con nuovi stimoli in ogni momento della giornata e che ricercano sempre la novità. Di conseguenza è necessario lavorare non solo sulle parole, ma anche sul modo di pronunciarle, sulle espressioni facciali e sul movimento, in modo da creare una correlazione tra voce e corpo e dare sempre al bambino un soggetto nuovo su cui concentrarsi, che può essere l’udito così come la vista. In conclusione, gli spettacoli dedicati ad un pubblico di bambini sono utili, sia ai più piccini affinché sviluppino una loro personale creatività e accrescano la curiosità verso il mondo esterno, caratteristica fondamentale per lo sviluppo sano e completo di ogni essere umano, ma servono anche agli adulti.
Per quanto sembra che essi abbiano concluso la loro crescita, non si finisce mai di scoprire. E osservare la propria anima con l’innocente ingenuità e l’apertura mentale di un bambino rende possibile anche ai grandi indagare maggiormente nel proprio cuore e di conseguenza convivere con maggior serenità in compagnia di se stessi.

Agnese Pegoraro