Teatro ragazzi: l’importanza dello stupore

Non è facile giudicare una rappresentazione teatrale se non si hanno le competenze giuste, poiché c’è il rischio di esprimere opinioni affrettate e dettate dall’inconsapevolezza del lavoro che precede la messa in scena. I bambini tuttavia non si fanno particolari problemi nel smontare uno spettacolo o innalzarlo a capolavoro nel giro di pochi minuti, a seconda delle emozioni istantanee che esso provoca in loro. Per questo motivo un pubblico di piccoli è il più difficile da accontentare. Non ha scrupoli a lasciare il suo posto annoiato o ad alzare la voce per esprimere il proprio dissenso, e non perdona gli errori di regia che non gli permettono di godere a pieno ciò che stanno vedendo. Gli attori sono di conseguenza costretti a mettersi alla prova e a tentare di immedesimarsi nella loro mente. Vedere il mondo con gli occhi di un bambino rende ogni cosa più luminosa e speciale, talmente tanto che una qualsiasi delusione può portare ad una ferita insanabile.

Ci si deve quindi adoperare per rendere lo spettacolo più dinamico e accattivante. Una tecnica spesso utilizzata è l’uso dei colori, che catturano lo sguardo spaesato di un bambino chiuso in una sala buia in attesa di venire ammaliato da qualcosa di inaspettato. Anche la scelta degli oggetti è importante, poiché, se essi risultassero eccessivamente elaborati o dal significato troppo astratto, il bambino tenterebbe solo all’inizio di capire, ma se non ci riuscisse la frustrazione e la rabbia prevaricherebbero e porterebbero alla distrazione, oltre che a delle proteste non troppo velate da parte del giovane pubblico. Una delle caratteristiche principali del teatro ragazzi è l’importanza della parola. I bambini, nel momento in cui si recano a teatro, cercano una storia, un racconto con un protagonista possibilmente della loro età in cui si possano immedesimare, grazie alle cui domande riescano a dare un senso ai propri dubbi. Le tematiche non devono essere eccessivamente astratte e se si vogliono trattare tematiche delicate o complicate come la morte è bene utilizzare un linguaggio infantile e servirsi di paragoni con immagini fisiche facilmente riconoscibili da un bambino, in modo che esso possa ricordare più facilmente imprimendo nella propria mente un pensiero concreto.
Non bisogna tuttavia sottovalutare i bambini.
Essi potrebbero sembrare ingenui nella loro purezza, ma ciò non significa che siano incapaci di intendere e di volere. Sono coloro da cui un regista o un attore potrebbero imparare di più, se si soffermasse ad ascoltarli. Per quanto questi non abbiano le competenze per giudicare un testo classico o shakespeariano, possono giudicare delle opere riguardanti il loro mondo ed esprimere le proprie emozioni di fronte alla sorpresa e alla meraviglia, riportando gli adulti indietro nel tempo, a quando anch’essi erano in grado di sorprendersi per dei semplici palloncini colorati o delle lucciole in una sera d’estate. Fondamentale nel teatro ragazzi è la risata. I bambini si divertono con poco, ma paradossalmente nel loro inconscio la linea tra noia e stupore è molto sottile.

La banalità non fa ridere, soprattutto non bambini abituati a convivere con nuovi stimoli in ogni momento della giornata e che ricercano sempre la novità. Di conseguenza è necessario lavorare non solo sulle parole, ma anche sul modo di pronunciarle, sulle espressioni facciali e sul movimento, in modo da creare una correlazione tra voce e corpo e dare sempre al bambino un soggetto nuovo su cui concentrarsi, che può essere l’udito così come la vista. In conclusione, gli spettacoli dedicati ad un pubblico di bambini sono utili, sia ai più piccini affinché sviluppino una loro personale creatività e accrescano la curiosità verso il mondo esterno, caratteristica fondamentale per lo sviluppo sano e completo di ogni essere umano, ma servono anche agli adulti.
Per quanto sembra che essi abbiano concluso la loro crescita, non si finisce mai di scoprire. E osservare la propria anima con l’innocente ingenuità e l’apertura mentale di un bambino rende possibile anche ai grandi indagare maggiormente nel proprio cuore e di conseguenza convivere con maggior serenità in compagnia di se stessi.

Agnese Pegoraro