Surrealismo scenico

La prima cosa che ho notato la sera in cui sono andata a vedere “Macbeth?” al Teatro Civico è stata l’organizzazione dello spazio; di come la platea era disposta.

La quarta parete caduta e il pubblico che arriva e scopre che farà parte della scena teatrale; inaspettato, durante lo spettacolo il palcoscenico è tutto attorno a te, si deve girare la testa per seguire i movimenti dei personaggi, si diventa complici delle loro azioni più intime e tormentate.

Un forte impatto emotivo, non c’era la protezione dello schermo a cui siamo abituati, e nemmeno la lontananza che di solito caratterizza gli spettacoli teatrali, ovviamente lo si vive in modo diverso, uno guardo scambiato con gli attori ti lascia come sospeso, o forse turbato, scosso da quella violazione che è stata il contatto visivo.

Inoltre oserei definire surreali i video in bianco e nero proiettati sulla parete di sfondo; catturavano particolari che dalla propria seduta non si riuscivano a cogliere, e in certi momenti l’occhio cadeva là, al posto della scena che si aveva davanti, un altro modo affascinante di vivere la scena.

Attraverso Francesca Botti e Patrizia Zanco, che interpretano rispettivamente Lady Macbeth e Macbeth, scopriamo e ci rendiamo conto che anche i personaggi che per tutta la scena sono malvagi e agiscono con cattiveria pensando solo a sé stessi hanno lati meno crudeli, sono deboli, fragili e molto insicuri, proprio come noi, e ci fanno quasi compassione.

In base alla mia esperienza, le tre attrici sono riuscite a far arrivare il Macbeth di Shakespeare anche a chi lo aveva solo sentito nominare e non aveva idea di cosa parlasse; e sono riuscite nel loro intento senza stereotipare i personaggi, anzi arricchendoli con la loro femminilità: abbiamo conosciuto alcuni lati femminili di Macbeth, amplificati grazie all’attrice, e la bravura è stata anche nel fare il contrario con Lady Macbeth, di cui abbiamo visto lati molto maschili.

Durante la visione veniva da chiedersi: “E se io fossi in loro cosa farei? Agirei nello stesso modo o cercherei un modo migliore per affrontare i loro problemi? Ce la farei a sostenere il peso delle loro bugie, delle loro azioni?”. E ci si rende conto che non è così semplice, sono cose che se le vivessi sulla tua pelle non ci dormiresti di notte e ti resta lo spunto di riflessione anche quando lo spettacolo è terminato.

Giulia Chiumento